#dorothy azner
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Love is…
Sometimes love is overwhelming. Sometimes love stories are too devastating — devastatingly beautiful. Romeo and Juliette choosing death over a life apart from another. Why does love hurt so much? Why is love so painstakingly beautiful it shatters you in a million tiny pieces and there‘s really only one person who will ever be able to mend you. Why is the mulberry tree still red to this very day, when it should be scattered with bright white pearls? Because nothing is shiny. Nothing is bright. Nothing is of value, if that one person is missing from your life. Love isn’t fiction. Love isn’t conventional. Love doesn’t adhere to any rules constructed by society — Love doesn’t play by the book. Not by Brontë or Austen not by Shakespeare or Pasternak. Love is real, love is present, love has always been and always will be. Love can’t be measured. Love can’t be gauged. Love can’t be dispelled as much as love can‘t be forced. You either love or you don’t. You‘re either willing to give everything for another person or you are just trying to get the best out of it for yourself. Love is Katharine Hepburn taking a decade long hiatus from the thing she loved doing more than anything else, to care for Spencer Tracy, a man that never married her, and calling it absolute bliss. Love is Elizabeth Taylor marrying Richard Burton again, because not having him in her life wasn’t an option either. Love is David Windsor giving up his inheritance, his family, an entire country to be with that divorced, American woman named Wallis Simpson. Love is Ronald Reagan writing ’you are life itself to me’ after thirty-one years of marriage to his Nancy. Love is Christine McVie conjuring up the lines ‘Don’t stop thinking about tomorrow‘ for her ex-husband John who’d hurt her one too many times, wishing him nonetheless ’all the love in the world‘. Love is miraculous. Love is cruel. Love is breathtaking. Love is heartbreaking. Even when fate‘s treacherous ways fiddle with your affairs, love will survive. Even when there are obstacles that you are barely able to overcome, love will prevail. Love is Virginia Woolf and Vita Sackville-West, love is Gertrude Stein and Alice B. Toklas, love is Dorothy Azner and Marion Morgan, Love is Oscar Wilde and Lord Alfred Douglas, Love is Tennessee Williams and Frank Merlo. Love is wonderful. Love is excruciating. Love is butterflies. Love is sacrifice. Love is a tingle down your spine. Love is a lump in your throat. Love is timeless. Love is endless. When my pigmentation mark stained hands are still clutching yours, when the protruding veins on our arms intertwine, when the last breath leaves your body, I’ll be by your side and you’ll know it‘s LOVE.
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Quando a Mulher Se Opõe
(Merrily We Go to Hell)
EUA, 1932
Dorothy Azner
6/10
Amor engarrafado
Melodrama onde desencontros amorosos se cruzam com alcoolismo.
Embora conte com um cast interessante, liderado pelo enérgico Fredric March e pela lindíssima Sylvia Sidney e onde até aparece um jovem Cary Grant, numa das suas primeiras aparições no cinema, no ano de estreia em Hollywood, falta a esta obra um argumento e uma direção à altura de tanta vedeta.
A história é banal e o desenvolvimento pouco plausível. Acaba a puxar à lágrima, num final semi aberto, sem nunca ter verdadeiramente conquistado o espectador.
A época deixou muito melhor à posteridade.
Bottled Love
Melodrama where love misunderstandings intersect with alcoholism.
Although it has an interesting cast, led by the energetic Fredric March and the beautiful Sylvia Sidney and where a young Cary Grant even appears, in one of his first appearances in cinema, in the year of his debut in Hollywood, this work lacks a plot and a direction at the height of so much stardom.
The story is banal and the development implausible. It ends up bringing tears, in a semi-open ending, without ever having truly conquered the spectator.
The time left posterity much better.
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Dorothy Arzner la prima regista di Hollywood
https://www.unadonnalgiorno.it/dorothy-arzner/
Dorothy Arzner è stata la prima donna ad affermarsi come regista a Hollywood.
In un mondo a totale appannaggio maschile, ha precorso i tempi mettendo in scena storie di donne libere e indipendenti.
Ha lanciato attrici come Katherine Hepburn e Lucille Ball e avuto tra i suoi allievi Francis Ford Coppola. È stata la prima donna a far parte della Director’s Guide Association.
In 24 anni di carriera ha diretto venti film e dato vita a oltre cento pellicole come montatrice.
Nata a San Francisco il 3 gennaio 1897, dopo il terremoto del 1906, con la sua famiglia si trasferì a Los Angeles, dove entrò presto a contatto con il mondo dello spettacolo. Suo padre aveva un ristorante frequentato dalle star del cinema muto.
Da ragazzina sognava di diventare medica e si iscrisse alla facoltà di medicina alla Southern California University, ma durante la prima guerra mondiale lasciò gli studi per impegnarsi come ausiliaria sul fronte francese, alla guida delle ambulanze.
Dopo la guerra, nel 1919, venne impiegata come stenografa alla Famous Players-Lasky Corporation, che nel 1927 sarebbe diventata Paramount Pictures.
Ben presto si fece notare per il suo grande talento artistico e sei mesi dopo era già addetta al montaggio, campo in cui divenne la più richiesta. Brava, fantasiosa e audace, tecnicamente perfetta, venne notata dal regista James Cruz che la volle come suo braccio destro.
Determinata e capace, ha dovuto sgomitare e ingoiare rospi prima di vedersi affidata una sua regia. Il suo primo film Fashions for Women, del 1927, fu un tale successo che le chiesero di lavorare ad altre tre pellicole nello stesso anno.
Dopo anni di film muti è diventata la prima donna a dirigere un film sonoro, L’Allegra Brigata con Clara Bow. La storia di una donna che sceglie di non essere più succube del marito e ricercare la sua indipendenza.
È stato in quella circostanza che Dorothy Arzner inventò il boom, il microfono con l’asta fuori dall’inquadratura, che aveva appeso a una canna da pesca per mettere a proprio agio l’attrice protagonista.
Da sempre considerata una regista femminista, è ha raccontato storie di donne che altrimenti difficilmente avrebbero avuto voce; storie vere, reali in film popolari, sempre sotto la supervisione della censura, particolarmente attenta al lavoro dell’unica regista donna e anche dichiaratamente lesbica.
In Falena d’Argento, del 1933, che ha visto il primo importante ruolo da protagonista di Katherine Hepburn, il punto di vista è quello di una donna libera e indipendente che infrange gli stereotipi, un’aviatrice che ha una relazione con un uomo sposato. Uno dei rari casi in cui il cinema dell’epoca raccontava la sessualità femminile.
Fra i suoi film più iconici Working Girls e Balla, ragazza balla.
Le sue protagoniste non sono mai una contro l’altra, sovvertono la narrativa delle donne rivali e sono capaci di creare una comunità femminile. Le donne non sono più oggetto del piacere maschile ma soggetti che rivendicano espressione personale e indipendenza economica.
I suoi personaggi femminili non sono mai figure di contorno ma protagoniste della narrazione, collocate in un contesto storico e sociale preciso che dà loro spessore e realismo. Le inserisce in situazioni che le permettono di affrontare le tematiche più controverse di quegli anni: relazioni extraconiugali, libertà sessuale, prostituzione, desiderio di indipendenza economica. Le sue donne cercano il modo di affrancarsi, non vogliono più essere proprietà di un uomo ma padrone di se stesse.
Dorothy Arzner è stato un membro del Sewing Circle di Hollywood, gruppo riservato a sole donne lesbiche, di cui facevano parte anche Greta Garbo, Barbara Stanwyck e Marlene Dietrich. Un luogo di incontro privilegiato in una società che considerava le persone omosessuali sovversive, elementi pericolosi per lo status quo. Uno stile di vita illegale, che andava contro le leggi dell’epoca sulla sodomia.
Nel 1943 la regista si è ritirata dalle scene hollywoodiane. Forse per contrasti interni, forse per un sessismo inesauribile con cui doveva fare i conti tutti i giorni o forse a causa della censura che limitava fortemente l’espressione cinematografica con un codice morale rigidissimo.
Motivo per cui tenne sempre privata la sua vita personale, pur non nascondendo mai il suo orientamento sessuale e scegliendo uno stile decisamente non convenzionale per le donne dell’epoca, con i capelli corti e le cravatte da uomo su completi dal taglio rigoroso. Per oltre 40 anni, ebbe una relazione con la ballerina e coreografa Marion Morgan.
Il suo ultimo film è stato Sacrificio supremo, una pellicola sulle atrocità della guerra.
Pur lasciando Hollywood, si dedicò a realizzare film didattici per il Women’s Army Corps, ha prodotto il programma radiofonico You Were Meant to Be a Star, ha lavorato nel teatro e nella pubblicità girando anche degli spot per la Pepsi, 3e ha insegnato regia.
Negli ultimi anni si è ritirata a La Quinta, in California, dove si è spenta il primo ottobre 1979.
Non ha mai ricevuto un premio, nonostante i suoi molti primati.
Riscoperta dalla critica femminista negli anni 70, nel 1986 le è stata dedicata una stella sulla Hollywood Walk of Fame.
Significative sono state le parole che le ha dedicato Francis Ford Coppola: “Era un po’ austera, ma aveva il cuore grande come il mondo, ogni volta che veniva a lezione, portava sempre scatole di biscotti e cracker perché sapeva che stavamo morendo di fame e non avevamo soldi”.
Pioniera e apripista, molte e molti le sono debitori per il suo lavoro avanguardista.
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#women in film#female directors#alice guy blache#dorothy azner#lucille ball#sherry lansing#oprah#mary pickford
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Ginger Rogers.
Honor entre amantes (Honor among lovers; Dorothy Azner, 1931)
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Louis Hayward-Maureen O´Hara-Mary Carlisle “Dance, girl, dance” 1940, de Dorothy Azner.
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Hi girls. Just watched "Women Who Run Hollywood", a doc about women who helped to build Hollywood as the profitable industry that it is today. I suggest that everybody goggle names like Mabel Normand, Frances Marion, Lois Weber, Dorothy Azner. Watch it. This should be out there for all the younger girls to see. And the few women that work on Hollywood should be talking about it and helping to make this story more known.
Where can we see it? On a streaming service? Sounds interesting. --MP
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The boom mike was invented by director Dorothy Arzner because her leading actress Clara Bow couldn’t stand still.
When filming talkies, it was standard procedure to hide the microphones somewhere on the set, like in a flower pot, but while filming The Wild Party in 1929, Bow could not stand by the hidden mic to save her life. So Arzner told technicians to tie a microphone to the end of a fishing pole and hold it over Bow’s head just out the shot while she said her lines. The invention was so popular other studios copied the device, but Arzner never filed a patent. Despite Edmund H Handsen filing one for a very similar invention the following year, Azner is usually credited as inventing the boom mike.
The extra bit of research I did on Dorothy Arzner says she was the only female director in the 1930s, was the first woman to film a talkie picture, the first woman let into the Directors Guild of America, aaaand was “involved” with several actresses, but spent the last 40 years of her life with “her companion” Marion Morgan. Isn’t history and innovation neat?
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there is a kickstarter for a film about Dorothy Azner and it needs donations STAT
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DOROTHY AZNER: The Wild Party (1929)
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